venerdì 14 gennaio 2011

Prezzi e valore aggiunto nella filiera dell’olio biologico

Miriam Mastromauro – Osservatorio Internazionale dell’Olio d’oliva da Agricoltura
Biologica - BIOL


Sintesi
Per l'ottava edizione del premio Biol, l’Osservatorio internazionale sull’olivicoltura biologica
ha voluto rinnovare la propria attenzione per lo studio del meccanismo di formazione dei
prezzi di un prodotto tanto peculiare quale l'olio bio.
Bisogna, innanzitutto, premettere che il prezzo di un prodotto esprime un equilibrio che
viene a formarsi, in un mercato, attraverso l'incontro fra offerta e domanda e dipende dalla
dimensione dello stesso mercato.
Il prezzo, secondo le teorie del marketing, indica il valore che i consumatori attribuiscono
ad un determinato bene, ossia l'utilità dello stesso e, conseguentemente, la quantità che
gli stessi sono disposti ad acquistare.
Quindi, il valore che i consumatori riconoscono all'olio biologico trova espressione nella
disponibilità degli stessi a “sopportare” il premium price (differenziale di prezzo rispetto al
prodotto convenzionale), nella consapevolezza che si tratta di un prodotto ottenuto
secondo regole precise e nel pieno rispetto dell'ambiente.
Considerando le peculiarità del mercato del biologico, la dinamica dei prezzi assume
particolare importanza, infatti il biologico avrà senz'altro un grande sviluppo solo quando
una fetta sempre più consistente di mercato sarà consapevole del fatto che, consumare
biologico, è una questione di attenzione non solo alla salute, ma anche e soprattutto
all'ambiente.
Analizzando l’offerta, a
prodotti convenzionali, i costi di produzione sicuramente superiori anche in considerazione
dei processi di certificazione. A
sono esigui, i metodi di trasformazione sono artigianali e si verificano anche inefficienze
nei trasporti; inoltre il mercato è fortemente dicotomico con la produzione concentrata nel
Sud e la trasformazione e i consumi concentrati nel Nord.
In particolare, il mercato dell’olio extravergine da agricoltura biologica, essendo un
mercato di nicchia, permette la creazione di ampi margini commerciali, in conseguenza
della disponibilità dei consumatori a pagare un prezzo più elevato.
Dal lato della
ricerca di una maggiore sicurezza nei confronti dei prodotti alimentari consumati,
soprattutto in seguito ai diversi scandali alimentari.
I consumi alimentari sono, infatti, determinati anche da forti componenti psicologiche e
culturali e questo contribuisce a spiegare il successo dei prodotti tipici, dei prodotti
certificati e, in genere, dei prodotti di qualità.
In un mercato quale quello dell’olio extravergine biologico, l’analisi dei prezzi ha
confermato le peculiarità dei meccanismi e delle dinamiche tra gli attori della filiera,
derivanti dalla tipica configurazione di un
livello produttivo bisogna considerare le rese ridotte rispetto ailivello di trasformazione e distribuzione i volumi trattatidomanda, i fattori che sembrano stimolare i consumi sono riconducibili allamercato di nicchia.
A conferma di quanto detto, sono di supporto i risultati dell’indagine condotta.
Prima di passare all'analisi dettagliata dei risultati dell'analisi, è doveroso tener conto delle
problematiche che, in questa campagna, il settore ha dovuto affrontare.
Infatti, gli attacchi della mosca hanno compromesso notevolmente il livello qualitativo del
prodotto, causando difficoltà nella fase di commercializzazione dello stesso.
Per affrontare lo studio, si è proceduto alla definizione di un campione ragionato per la
fase di produzione e prima trasformazione, costituito da circa 20 aziende fra frantoi,
aziende agricole, frantoi cooperativi e grossisti sottoposti a certificazione ICEA - AIAB,
giudicati maggiormente rappresentativi.
Alle aziende del campione è stata somministrata, attraverso l'utilizzo della posta
elettronica e previo contatto telefonico, un' apposita scheda di rilevazione.
Per la fase distributiva sono state effettuate sia rilevazioni dirette (per la grande
distribuzione), sia invio di messaggi di posta elettronica
dettaglio specializzato).
I punti di vendita “visitati” si trovano nella città di Bari e nella provincia.
L’analisi dei margini realizzati nei diversi passaggi di filiera ha evidenziato una notevole
differenza di prezzo fra la vendita del prodotto sfuso, rispetto a quello confezionato,
denotando in questo primo caso una inadeguata valorizzazione del prodotto. Tali difficoltà
sono maggiormente avvertite nella fase di produzione e prima trasformazione in cui l’olio è
venduto abitualmente allo stato sfuso. Solo nei casi in cui il produttore procede anche al
confezionamento, realizzando una “
soddisfacenti.
Limitando l'analisi alla situazione propria del nostro territorio, l'olio biologico allo
sfuso
produttore a 3,70 €/lt (contro i 3,30 €/lt dello scorso anno).
Passando al prodotto
dello scorso anno), permettendo la realizzazione di un margine del 124%; per il dettaglio
specializzato, il prezzo si attesta sui 9,8 €/lt (contro i 9,44 €/lt dello scorso anno), con il
conseguimento di un margine del 18%.
Il dato di particolare interesse riguarda il margine realizzato nel passaggio dal
confezionamento alla Grande distribuzione (anche se riferito alla realtà locale oggetto di
analisi).
Il prezzo medio, per quest'anno, si attesta su un livello di 7,7 €/lt (in realtà non molto
distante dai 7,01 €/lt dello scorso anno), ma si evidenzia un margine negativo del -6,5%.
Questa situazione può essere spiegata in considerazione del fatto che, nella maggior
parte dei casi, il produttore che ha realizzato anche l'imbottigliamento, preferisce
commercializzare il proprio prodotto attraverso la vendita diretta, oppure, attraverso il
dettaglio specializzato che resta ancora un canale privilegiato per rendere maggiormente
visibile un prodotto particolare quale l'olio bio (almeno a livello locale).
Inoltre bisogna considerare le particolari dinamiche che regolano l'organizzazione di un
display all'interno della Grande Distribuzione, dinamiche che interviste dirette, con
operatori, hanno evidenziato.
Gli oli bio hanno scadenze brevi e una bassa rotazione di scaffale. Conseguentemente,
l'attenzione per i prodotti alti di gamma, a volte, deve essere penalizzata.
Anche il fenomeno “moda” ha la sua influenza sui consumi alimentari. Infatti, in questo
periodo sembrano “andare tantissimo” gli oli dop/igp (sempre a livello locale)
A livello nazionale
Passando ad effettuare un confronto con i prezzi dell'olio bio a livello nazionale (dati
Ismea) si nota che, solo nella zona di produzione della Sabina, il prezzo all'origine dell'olio
certificato bio si attesta su un livello più elevato (6,22 €/lt), mentre il livello degli altri prezzi
è pressoché uniforme (naturalmente si tratta di prezzi medi).
Per il prodotto confezionato, operando un confronto fra le categorie merceologiche
dell'extra, del biologico e del dop/igp, i prezzi medi riscontrati non differiscono dalla
situazione emersa nel corso del nostro studio (circa 6,54 €/lt per l'olio bio; circa 3,75 €/lt
per l'extravergine e circa 9,12 €/lt per il Dop/Igp).
, previo contatto telefonico (per ilfiliera corta”, riesce a spuntare prezzi e marginistato, nella fase di produzione e prima trasformazione è venduto direttamente dalconfezionato, il prezzo all'ingrosso sale a 8,31 €/lt (contro i 6,24 €/lt

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