martedì 14 dicembre 2010

API E MAIS: Concia, la polvere negli ingranaggi

Colpa della polverosità. La proroga dello stop ai concianti neonicotinoidi (più fipronil) del mais dipende ancora dai risultati sulla dispersione di sostanze attive durante le operazioni di semina.
A oltre due mesi dalla decisione di confermare la sospensione dei concianti neonicotinoidi del mais, la relazione sull’attività del secondo anno del progetto di ricerca Apenet (tematica “Effetti del mais conciato sulle api”) è stata pubblicata sul sito “Sos api”, accessibile dal portale della rete rurale del ministero (http://www.reterurale.it/).
La dispersione si legge dipende dal clima (vento, ecc), dalla qualità della concia, dall’applicazione di modifiche come deflettori sulle seminatrici pneumatiche.
Ma la riduzione ottenuta con i kit è ancora giudicata insufficiente. Stimata attorno al 50% (rispetto alle seminatrici senza modifiche) per tutte le sostanze attive valutate (clothianidin, thiametoxam, imidacloprid e fipronil in Fig. i risultati per i primi due ).

È questo il risultato che incide. Più dei riscontri della rete di monitoraggio (Nosema e virus hanno una diffusione endemica negli alveari italiani, ma non sarebbero responsabili di nessuno dei casi di moria segnalati). Più della guttazione del mais (il cui effetto sull’attività di bottinamento delle api è nulla o irrilevante). Più degli effetti subletali dei concianti (si tratta, comunque, di insetticidi). Più della valutazione dell’utilità agronomica della concia (analizzati per ora solo i dati del Veneto).
Le prove eseguite sono state rigorose. La polverosità è stata valutata sia sul seme con il test di Heubach(risultando migliorata addirittura rispetto ai dati forniti dal produttore); sia sulle seminatrici, a punto fisso e nei test di semina in pieno campo.
Per raggiungere l’obiettivo dell’"annullamento" della dispersione, la relazione firmata da Marco Lodesani, propone ulteriori studi, in particolare sulla qualità della concia e sulla verifica di soluzioni “più efficienti nell’abbattimento delle quantità di polveri da abrasione disperse” (ovvero un filtro). In Europa c’è chi si sta orientando diversamente, autorizzando la concia del mais ma con l’adozione obbligatoria di precise misure precauzionali. Differenze che, se confermate, andrebbero spiegate ai maiscoltori, privati di mezzi tecnici moderni rispetto ai concorrenti, non solo europei.

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