lunedì 31 gennaio 2011

Aumento dei prezzi dei generi alimentari e dell’inflazione: una spirale senza fine

Nonostante per noi l’aumento dell’inflazione sia uno dei maggiori ostacoli da affrontare in questi tempi di crisi, il suo impatto è ancora maggiore nei Paesi in via di sviluppo. Le popolazioni più povere, infatti, spendono la maggior parte del loro reddito in cibo e petrolio, risentendone maggiormente quando i prezzi di questi prodotti si impennano.

In questi giorni le donne indiane, aggiungendosi a quelle algerine e giordane, sono scese in piazza a protestare contro i rincari, che hanno portato l’inflazione dei prezzi del cibo al 19,8%.

Una delle ragioni che hanno causato il rincaro di carburanti e derrate alimentari è il prezzo del petrolio che sta nuovamente sfiorando i 100$ al barile, e questo aumento influisce ovviamente anche sui prodotti alimentari. Quando infatti il prezzo del petrolio è cosi alto, diventa economicamente interessante trasformare le colture di prodotti alimentari in biocarburanti.

Come riferito da Deborah Doane del World Development Movement, più di 200 miliardi di dollari sono stati investiti nel settore dei generi alimentari da speculatori alla ricerca di maggiori profitti. Queste azioni però, non hanno fatto altro che incrementare l’instabilità dei mercati. A questo proposito, le maggiori industrie del settore cerealicolo stanno accumulando enormi profitti. La sola Cargill ha fatturato 1,49 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre, più di quanto non abbia fatto nell’intero 2010.

Ma non è una novità che shock climatici, politiche economiche inefficienti, speculazioni, biocarburanti e l’incremento del prezzo del petrolio portino a un aumento dell’inflazione. Sebbene l’oro nero non abbia ancora raggiunto i livelli del 2008, la situazione non è per niente rosea. Durante il 2009 più di un miliardo di persone ha sofferto di malnutrizione e la crisi degli ultimi due anni li ha depauperati delle loro risorse.

La maggior preoccupazione del 2011 non è solo che l’aumento dei prezzi del cibo annienti i risparmi dei consumatori, ma anche che le politiche economiche siano influenzate dall’andamento dei mercati, non riuscendo cosi a ridurne gli effetti negativi.

Adattamento a cura di Alessia Pautasso

Fonte:
The Guardian

Nessun commento:

Posta un commento