mercoledì 26 gennaio 2011

Filiera certa. I Gruppi di Acquisto Solidale

“Quando compri, voti”. Non c’è slogan più azzeccato di questa memorabile frase del missionario comboniano Alex Zanotelli per capire cosa passa per la testa di un consumatore che abbraccia la religione del GAS. “I consumatori esprimono un voto per ogni prodotto che scelgono e segnalano alle imprese i comportamenti che approvano e quelli che condannano”, spiega il fondatore di Lilliput, faro del movimento no global. “L’acquisto può trasformarsi in un sostegno alle forme produttive corrette o in un ostacolo alle altre”.

Sostenere e ostacolare: ecco cosa spinge una bella fetta dei 702 Gruppi di Acquisto Solidale censiti nella Rete G.A.S e degli oltre 120 mila consumatori italiani registrati, per un totale di 30 mila famiglie, a complicarsi un po’ la vita, unendosi in piccoli gruppi per acquistare direttamente dal produttore grossi quantitativi di merce, riunendosi periodicamente per discutere di prezzi equi, giurando fedeltà ad una manciata di fornitori locali selezionati (e controllati), mettendo a disposizione un po’ del proprio tempo per le inevitabili corvée e, a cadenza generalmente settimanale, a darsi appuntamento all’angolo di una strada, in un garage o nei locali di un’associazione per distribuire la mercanzia e dividere la spesa.
Condomini festosi, no-global alle prese con le compere, radical-chic, proletari illuminati e buongustai di ogni tasca, tutti pronti per lo scarico delle cassette di ortofrutta, della forma di formaggio e della mozzarella buona. Con qualche variazione sul tema, per tutti comprare è votare. A favore dell’ambiente, del risparmio, del sapore, del chilometro zero, del biologico, dei produttori dei paesi in via di sviluppo. Contro la filiera lunga, la liberalizzazione degli scambi commerciali, i pesticidi, lo sfruttamento dei lavoratori, gli OGM e così via boicottando. La Bibbia per (quasi) tutti è quella “Guida al consumo critico” di Francuccio Gesualdi che nel 1996, svelando i segreti e le diavolerie del marketing messe in atto dalla Grande Distribuzione per influenzare la scelta dei consumatori, apriva la strada alla stagione del consumo responsabile, consapevole e orientato. Un consumo nemico del consumismo dove comprare è combattere ogni giorno una guerra: contro le multinazionali, contro il debito del Terzo Mondo, contro il lavoro minorile, contro lo sviluppo “insostenibile”. Di questo consumo critico i Gas sono certamente il braccio armato, non l’unico ma certo tra i più efficaci.
Eppure oggi, a 16 anni dalla nascita del primo Gas in Italia, e a 13 dalla creazione di Rete G.A.S. per favorire lo scambio di informazioni su prodotti e produttori, questa Carboneria dello shopping (ortofrutta in primis, ma anche energia, tessile, prodotti per la casa e l’igiene personale) potrebbe diventare il trampolino di lancio verso nuovi orizzonti della distribuzione commerciale. “Una scelta pauperistica”, li aveva frettolosamente bollati l’ex presidente di Confcommercio Sergio Billè per liquidare il fenomeno. Che invece, almeno a giudicare dall’interesse delle associazioni di categoria, ha i numeri per arrivare lontano. Produttori a caccia di Gas e consumatori in cerca di fornitori di qualità: domanda e offerta, delusi dalla Grande Distribuzione, si cercano e si trovano, infatti, sempre più spesso. Nel salotto di un farmer’s market (i mercati dove il produttore può incontrare direttamente il compratore) o per il tramite di Coldiretti o AIAB. “Al numero verde di Bio sotto casa, (800 221 220 09)”, il programma promosso dall’Unione europea e dall’Italia per rafforzare il rapporto diretto tra produttore biologico e consumatore, “arrivano tantissime telefonate di persone che cercano produttori biologici”, assicura Fabio Ferraldeschi, dell’Ufficio Marchio dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica. “Attraverso la nostra rete regionale noi li incontriamo, li mettiamo in contatto con altre persone disposte a formare un Gas e con produttori biologici che abbiamo preventivamente vagliato e ispezionato”. Servizio completo, quindi, che comprende anche l’individuazione di un responsabile del gruppo di acquisto. E’ l’ultimo ritrovato in fatto di shopping solidale: Gas in cerca d’autore dove una volta tanto l’intermediario (l’associazione di categoria), invece che allungare la filiera, dà una mano a combattere quella lunghissima della Grande Distribuzione Organizzata.

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